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Slowtour a piedi del Cimitero del Verano alla scoperta dell’arte e dell’architettura romana dalla seconda metà dell’800 agli inizi del ‘900 attraverso i suoi protagonisti e attraverso le opere scultoree e pittoriche che costituiscono un vero museo a cielo aperto
2 ore
2 km

Le origini del Cimitero Monumentale del Verano risalgono all’occupazione francese quando fu esteso anche agli Stati Romani il divieto napoleonico di sepoltura nei centri abitati. Varcando le soglie dell’ingresso monumentale entriamo in quella che fu concepita come una vera e propria città dei morti.
Nel nostro itinerario scopriremo una struttura urbanistica ed architettonica, risultato composito di interventi ed ampliamenti che presero avvio in modo decisivo solo con Pio IX che individuò come suo braccio destro Virginio Vespignani: nel nucleo storico del Quadriportico si condensano opere scultoree, pittoriche e profili architettonici che, a tutti gli effetti, vanno a comporre un museo a cielo aperto dell’arte romana della seconda metà dell’Ottocento in cui il recupero del passato si intreccia ad aperture verso la modernità.
Saliremo al Pincetto Nuovo, ulteriore fase costruttiva del Cimitero: qui le cappelle, sparse nel verde, custodiscono opere musive e vetrate di poliedrici artisti che contribuirono a rinnovare il panorama artistico romano. Duilio Cambellotti, Cesare Picchiarini, Alessandro Moroni furono, tra l’altro, protagonisti, della travagliata parabola del Museo Artistico Industriale, con cui Roma tentò di competere con le capitali europee all’indomani del 1870.
A questo punto si avvertì la necessità di dare un nuovo volto alla capitale: passando di fronte ai sepolcri di importanti personalità attive nel dibattito urbanistico-architettonico che caratterizzò Roma in quegli anni, raggiungeremo, infine, il sepolcro del poeta simbolo della romanità: Trilussa.