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Apriamo una nuova rubrica del nostro blog dedicata alle singole pellicole che hanno avuto la città di Roma e le sue strade come scenografia naturale raccontandone tutte le location.
Iniziamo con un film che ci accompagna in quasi tutti i nostri tour in giro per la Capitale: “Accattone”(1961) di Pier Paolo Pasolini, prima opera cinematografica del poeta friulano
Le immagini di Pasolini sono grandi affreschi sulle borgate romane, acquistano una liricità che fa da sfondo e contrasto con la grettezza e la materialità dei personaggi che in esse si muovono.
Protagonista dei romanzi e, poi, delle pellicole di Pasolini è il sottoproletariato romano, i “ragazzi di vita”, un’umanità allo sbando, meschina, che campa alla giornata vivendo di espedienti e furti. Questa efferata lotta alla sopravvivenza si svolge tutta nell’urbanità degradata delle borgate romane, che viene attraversata ed esaltata dai frequenti e prolungati carrelli. C’è una predilezione del regista per le periferie est della città: Casilino, Prenestino, Tuscolana, Appia Nuova, e la Roma monumentale non appare mai, se non in rare occasioni. A differenza di Fellini, che soprattutto sul barocco – basti pensare alla Fontana di Trevi de La dolce vita – costruisce la dimensione onirica e personale della città, Pasolini ignora la dimensione più spettacolare dello spazio urbano: il décor architettonico è immobile e scarno fra le case scrostate delle borgate, il biancore anonimo dei palazzi moderni, i ruderi abbandonati di un’antichità primaria e perduta.

Ma vediamo quali sono le borgate e i luoghi scelti da Pasolini come set per il suo “Accattone”.

 

1. Il PIGNETO
Il Pigneto è la location centrale dell’intero film, perché qui abita Accattone e perché qui ciondolano dalla mattina alla sera i suoi amici in attesa del nulla. Il quartiere e le sue strade, per il suo essere a metà strada tra città e baraccopoli, per la sua natura pre-industriale, hanno rappresentato per il poeta e regista il luogo in cui scoprire quell’umanità quasi arcaica e protagonista di tante sue opere. Il Pigneto compare tra le pagine di “Ragazzi di vita”: il Riccetto e gli altri si muovono anche per le via del Pigneto, di Centocelle, Torpignattara e il Casilino.

«Tutt’intorno s’alzavano impalcature e casamenti in costruzione, e grandi prati, depositi di rottami, terreni fabbricabili; da lontano, forse dalla Marranella, dietro il Pigneto, si sentiva giungere la voce d’un grammofono ingrossata dall’alto parlante. […] quando ch’ebbero lasciato alle spalle, passa passo, Porta Furba e si furono bene internati in mezzo a una Shangai di orticelli, strade, reti metalliche, villaggetti di tuguri, spiazzi, cantieri, gruppi di palazzoni, marane, e quasi erano arrivati alla Borgata degli Angeli, che si trova tra Tor Pignattara e il Quadraro […]» (Ragazzi di vita, 1955).

Qui, grazie all’amico Sergio Citti, Pasolini incontra Franco, l’indimenticabile protagonista di Accattone, quel Vittorio Cataldi che tra furtarelli e risse si trascina indolente per le strade di borgata: «Un giorno Sergio, mentre camminavamo, al semaforo della Marranella, per la Casilina, mi presentò suo fratello Franco che era un ragazzetto di diciassette anni». Girare Accattone tra quelle strade diviene quasi naturale: «Erano giorni stupendi, in cui l’estate ardeva ancora purissima, appena svuotata un po’ dentro, dalla sua furia. Via Fanfulla da Lodi, in mezzo al Pigneto, con le casupole basse, i muretti screpolati, era di una granulosa grandiosità, nella sua estrema piccolezza; una povera, umile, sconosciuta stradetta, perduta sotto il sole, in una Roma che non era Roma».
Il quartiere, per la sua anima popolare, è stato in realtà set di tante altre grandi pellicole cinematografiche: lo vediamo in “Roma città aperta” di Roberto Rossellini, ma anche nei lavori di Luchino Visconti, Pietro Germi, Vittorio De Sica, Nanni Loy. Ma “Accattone” segnerà così tanto il quartiere, anche nell’immaginario collettivo, che ormai è indissolubilmente legato ad esso: basti solo pensare alla memoria portata dal Bar Necci, luogo frequentato da Pasolini e dove questi effettuò il cast, o alle innumerevoli opere di street art che colorano i muri scalcinati del Pigneto e che onorano il ricordo pasoliniano.

La casa di Accattone
La casa si trova in via Ettore Giovenale 101 all’angolo con una strada privata che è stata ridenominata Vicolo dell’Accattone in omaggio alla pellicola. Due targhe, una sulla facciata della casa di Accattone, l’altra che indica il “Vicolo dell’Accattone”, lo ricordano.

I bar
Il bar dove ciondolano tutto il giorno Accattone e i suoi amici è un’altra location chiave della pellicola e si trova in Via Fanfulla da Lodi 50. In realtà il bar non è mai esistito: la tenda e le pubblicità esposte sono una finzione. Era, ieri come oggi, un’abitazione privata.
L’altro bar è nella stessa strada, in Via Fanfulla da Lodi all’angolo con via del Pigneto. L’esterno è rimasto identico, o quasi, ancora si possono vedere la ringhiera ed il cancello di ingresso, mentre la struttura coperta sotto alla quale stavano Accattone e i suoi amici non c’è più.

Il nasone
Questo nasone compare tantissime volte nel film. La scena più famosa è quella in cui Accattone si ferma a bere in preda ad una crisi di coscienza. Il nasone si trova in Via del Pigneto all’ angolo con Via Ettore Giovenale. Oggi è ancora presente anche se spostato di qualche metro più in là lungo via del Pigneto, all’angolo con Via Ludovico da Terni. 

 

Casa di Scucchia
Accattone e i suoi amici si dirigono a casa di Scucchia per farsi cucinare il pasto che hanno rimediato. Percorrono Via Riccio da Parma in direzione Via del Pigneto.

 

2. BORGATA GORDIANI
La Borgata Gordiani, una delle tante borgate volute da Mussolini per accogliere gli sfollati degli sventramenti del centro storico, fa già da fondale ad alcune vicende di Tommasino e i suoi compari nel secondo romanzo di Pasolini, “Una vita violenta”. Abitata da povera gente, la borgata era costituita da gruppi di casette a un piano, costruite con materiali di risulta, prive di acqua corrente, di luce e di bagni. L’acqua veniva presa da fontanelle poste in mezzo alle casette, come appaiono spesso nei film di Pasolini. Praticamente si trattava di baracche poste tra strade sterrate e servizi igienici all’aria aperta fino a che, per la gravità della situazione igienico-sanitaria e su pressione di numerose manifestazioni di protesta con falò stradali sostenute dal Partito Comunista, negli anni Ottanta la borgata venne abbattuta e gli abitanti indotti a trasferirsi nelle case comunali dell’estrema periferia, tra cui Tor Bella Monaca.
“Accattone”, dunque, ci mostra una Borgata Gordiani che non esiste più: gli orticelli e i pratoni hanno lasciato lo spazio a campi da calcio o sono confluiti nel Parco di Villa Gordiani, sono state disseccate le marrane, le fogne, invece, ancora non sono arrivate.

 

Via dei Gordiani
In questa scena, vediamo Accattone che cammina col Capogna lungo un’irriconoscibile via dei Gordiani. Oggi i campi di calcio hanno sostituito le vecchie baracche della borgata Gordiani. I palazzoni che ad un certo punto si vedono sullo sfondo fanno parte dell’ancora esistente Istituto di Istruzione Superiore I.T.C. Di Vittorio – ITI Lattanzio costruito nel 1961 e situato all’angolo tra Via Teano e Via Aquilonia: evidente è la lunga sezione bianco dell’edificio lungo Via Aquilonia.

Via Cori
Lo stesso edificio si vede anche da un’altra angolatura nel momento in cui Accattone va a far visita alla moglie Ascenza nella bottiglieria di famiglia a via Cori, dove lei lavora. L’ex bottiglieria di via Cori, oggi diventato magazzino di ceramiche con annessa abitazione del proprietario.

Via Formia
Compare in due lunghi piano sequenza. Il primo vede Accattone e sua moglie, dopo aver lasciato la bottiglieria di Via Cori, litigare e rinfacciarsi il proprio rancore proprio mentre percorrono Via Formia in corrispondenza della vecchia torre. Il secondo Accattone con il suo nuovo amore, Stella, in una scenata di gelosia. In entrambi i casi, si può notare una vecchia torre, che è tutt’oggi esistente.

 

3. TOR PIGNATTARA
Pasolini si sposta di poco. Alcune scene sono stata girate anche a Tor Pignattara a ridosso della Via Casilina, un quartiere sorto a partire dagli anni Venti sulla pressione della fame di case dovuta alla crescente immigrazione.


Via Carlo Errera
In questa scena vediamo Accattone, Stella ed un amico in via Carlo Errera, all’incrocio con via Leonardo Bufalini. In questa occasione Accattone acquista una collanina per Stella, in una bancarella in via Leonardo Bufalini: un gesto gentile, che però nasconderà un’insidia.

 Via Casilina
Accattone attraversa via Casilina, all’altezza di via Galeazzo Alessi, e vediamo sullo sfondo Tor Pignattara. Accattone incontra il fratello alla fermata del tram Filarete e lo prendono in direzione centro città in cerca di lavoro.

 

4. ALTRE CONSOLARI
Via Tiburtina
Accattone e i suoi compari camminano lungo la via Tiburtina e sulla sinistra possiamo vedere una fila di fiorai davanti l’entrata del cimitero Verano.

Via Portuense
È una location che appare più volte durante la pellicola: è il marciapiede dove battono Maddalena e Amore, è il luogo dove Accattone e i suoi amici portano Stella per introdurla alla prostituzione. Oggi questo luogo appare un po’ diverso: è scomparso il vecchio ponte della ferrovia, abbattuto perché tremolante, ma è ancora visibile il cavalcavia di via Quirino Majorana, la cosiddetta Olimpica.

Via Appia Antica
È sull’Appia che Stella rifiuta il suo primo cliente e da questi viene abbandonata. Accattone correrà a soccorrerla e si abbandonerà definitivamente all’amore per la ragazza.


5. CENTOCELLE
C’è anche una breve scena a Centocelle dove Accattone dichiara il suo amore a Stella davanti a una chiesa, per l’esattezza quella di S. Felice da Cantalice.

6. CENTRO STORICO
Non solo borgate. Pasolini fa anche due brevi puntate nel centro storico: la prima, nel rione Monti, quando Accattone cerca di intraprendere una nuova strada e cercare un lavoro onesto; la seconda, nel rione Trastevere, quando ritorna sulla cattiva strada e si avvia verso quello che sarà l’ultimo furto della sua vita.
Rione Monti, Via Baccina

La “Casa della serranda”, dove Accattone, accompagnato dal fratello, va a parlare col sor Pietro per ottenere un lavoro è nel rione Monti in Via Baccina 94. Sullo sfondo ben visibile è l’Arco dei Pantani che affaccia sui Fori.
Rione Trastevere, Via di San Michele

La via in cui Balilla tenta di rubare un furgone senza successo è via di San Michele. Ben visibile è la facciata del portale di ingresso della Basilica di Santa Cecilia, sull’omonima piazza.

 

7. RIONE TESTACCIO
Il rione Testaccio sarà l’ambientazione della scena finale di “Accattone”, dove il dramma, che sembra aleggiare sin dall’inizio sulla testa del ragazzo, finalmente si compie.
Vediamo in Via Giovanni Battista Bodoni all’angolo con Via Beniamino Franklin, Accattone, Balilla e Cartagine che si preparano al furto dei salumi: poi si passa a via Beniamino Franklin, dove sullo sfondo si nota la sagoma del Monte dei Cocci. Successivamente, durante la corsa in moto di Accattone che cerca di fuggire, si inquadra via Aldo Manuzio in cui si nota un caseggiato che oggi non esiste più.

 

8. I PONTI
Sono tre i ponti sul Tevere che vedono protagonista Accattone. Il primo, quasi ad inizio film, è il Ponte Sant’Angelo: Accattone per scommessa va ad abbuffarsi sul celebre barcone Dar Ciriola sul Tevere a ridosso di Castel S.Angelo per tuffarsi subito dopo dall’omonimo ponte.
Il secondo ponte è il Ponte Mazzini: dopo aver trascorso una serata nel barcone sottostante Accattone prima spinge Stella nelle braccia di alcuni clienti, dopo in preda alla gelosia prova a suicidarsi gettandosi dal ponte.
Infine, il terzo ponte è quello della morte di Accattone, il Ponte Testaccio. Subito dopo il furto di salumi nel rione Testaccio, Accattone, vistosi braccato dalla polizia, ruba e inforca una moto. La camera salta direttamente da Via Beniamico Franklin su Lungotevere degli Artigiani: Accattone muore subito dopo sul Ponte Testaccio cadendo dalla moto, inseguito dalla polizia, pronunciando la sua ultima frase: “Mò sto bene!”

Se volete approfondire la figura e l’opera di Pier Paolo Pasolini, e il suo legame con Roma potete unirvi ad uno dei nostri Itinerari Pasoliniani oppure guardare il nostro slowtalk su “Pier Paolo Pasolini e Roma” del ciclo “Grandi registi e Roma”, o il nostro slowtalk “Pier Paolo Pasolini e la Roma di “Ragazzi di vita” del ciclo “Roma in 10 romanzi”.

Gabriella Massa

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Join the discussion 7 Comments

  • Beatrice ha detto:

    Davvero un post interessante. Complimenti e grazie di cuore!

  • PATRIZIA CRISOLINI MALATESTA ha detto:

    Bellissimo articolo! Complimenti; non poteva che essere così conoscendoti.

  • andrea ha detto:

    Ottimo lavoro di ricostruzione, ritrovare il luoghi dei film su Roma è una mia passione e voi qui siete stati fantastici.
    grazie davvero!

    • redazione ha detto:

      Grazie a te, siamo contenti che il nostro lavoro sia apprezzato. Contiamo nei prossimi mesi di ricostruire altre pellicole.

  • Luigi ha detto:

    Il romanzo di Pasolini “Una vita violenta” non è assolutamente ambientato alla borgata Gordiani come scritto nell’articolo, bensì nella baraccopoli ora inesistente di Via di Pietralata e l’allora nascente complesso di palazzine “Ina Casa”, oggi parte integrante di Casal Bruciato. Nel libro viene anche spesso citato il cinema Lux, dove oggi vi è la fermata metro di Pietralata.

    • Gabriella Massa ha detto:

      Ciao Luigi, si le location principali di “Una vita violenta” sono le due “case” di Tommaso: una alla baraccopoli lungo l’Aniene a Pietralata e l’altra in un appartamento nuovo del quartiere INA Casa Tiburtino IV. Tuttavia, il romanzo segue molte peregrinazioni della città che Tommaso fa “a fette” o con i mezzi pubblici di Roma, e tra queste c’è anche un passaggio alla borgata Gordiani che – se non sbaglio – proprio in quell’occasione Pasolini descrivere come somigliante a “un campo di concentramento”

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