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Progettata  a partire dal 1933 da Luigi Moretti, la Casa della Gioventù Italiana del Littorio in Largo Ascianghi fu inaugurata quattro anni più tardi. L’edificio, commissionato dall’Opera nazionale Balilla, doveva offrire diversi ambienti destinati a uffici di rappresentanza, educazione e preparazione politico-militare,  ginnico-sportiva, nonché l’assistenza sanitaria e sociale della gioventù.

Esempio di architettura razionalista, la disposizione degli spazi al suo interno riflette le molteplici funzioni a cui gli ambienti erano destinati. Volumi geometrici rigidi si alternano a linee più sinuose, come la terminazione delle palestre sovrapposte e la monumentale scala elicoidale, posta a raccordo della zona sanitaria e quella ginnico-sportiva.

Grandi vetrate e lucernai dominano lo spazio inondandolo di luce naturale. Come un flusso ininterrotto, gli ambienti interni sono privi di vere e proprie delimitazioni, creando così uno spazio fluido e continuo che gioca con dislivelli, restringimenti e dilatazioni.

Il Salone d’Onore era uno degli ambienti di rappresentanza più importanti; oltre che dalle grandi vetrate, le pareti erano occupate da un grande affresco a tempera di Mario Mafai, datato 1936-37 con il corteo trionfale di un imperatore romano vittorioso a cavallo, al cui seguito si trovano prigionieri e schiavi.

Una grande rappresentazione in stucco dell’Africa del 1936 è collocata sulla parete che delimita le palestre; essa sono mostrate le conquiste coloniali italiane e, al di sopra, la celebre frase pronunciata da Mussolini durante la guerra d’Etiopia. Lateralmente si leggono le date delle battaglie vinte dagli Italiani, delle sanzioni e della proclamazione dell’Impero. Una grande M di Mussolini affianca l’immagine del corno d’Africa.

Esternamente, simbolo dell’edificio è l’alta Torre Littoria sulla quale ancora oggi si leggono due scritte “GIOVENTV ITALIANA DEL LITTORIO A XV”, più in basso”NECESSARIO VINCERE PIV NECESSARIO COMBATTERE”.

Dopo la soppressione dell’Ente Gioventù Italiana, a cui l’edificio apparteneva, il suo patrimonio immobiliare è stato trasferito alla Regione e al Comune. Tra il 2005 ed il 2007 grazie a fondi regionali per il recupero dei beni immobiliari appartenenti al patrimonio storico e alla campagna istituzionale Art Bonus, è stata avviata un’importante operazione di recupero dello storico edificio della Gil.

Così, dopo oltre trent’anni di abbandono, nel dicembre del 2017 l’Ex Gil di Trastevere ha aperto al pubblico, trasformandosi in WeGil: uno spazio culturale polivalente, creativo e rivolto alla collettività che si pone in dialogo con Associazioni, Terzo Settore, Università, Enti di Ricerca ed imprese.
La gestione del polo culturale è stata affidata alla società regionale LAZIOcrea, con l’obiettivo di occupare tutti gli spazi disponibili ospitando eventi, attività formative, iniziative di enogastronomia e residenze d’artista.

La seconda fase del progetto di riconversione degli spazi prevede l’impiego del piano interrato come sede della Scuola d’Arte Cinematografica Gian Maria Volonté,  Centro di alta formazione della Regione Lazio dedicato alle professioni del cinema.

Se siete interessati ad approfondire questi aspetti della città, offriamo un ciclo di itinerari su Roma Fascista 

di cui una visita guidata della Casa della Gil di Trastevere.

Giulia Chellini

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